Patto formativo
a cura di Silvia Bazzocchi

Buongiorno, vi farò solo un cenno al patto formativo, come premessa alla serie di incontri.
Uso il termine “patto formativo” ma non dovete credere che sia come quello di scuola. Si tratta solo di un reciproco impegno, un “patto fra gentiluomini” al fine duplice
– che voi non vi aspettiate più di quello che possiamo darvi
– che non non pretendiamo che possiate fare più di quello che è possibile in occasioni come questa.
L’importante è che le finalità siano comuni e condivise:
– esplorare, scoprire, apprendere, confrontare, sperimentare insieme modalità di rapportarsi con la lettura molteplici e diverse dalle proprie
– ipotizzare, prefigurare e iniziare a costruire una rete immateriale fra entità differenti residenti tutte nelle due città e nei territori intermedi fra di esse; una rete possibilmente continuativa e proiettata verso il futuro.
La serie di incontri formativi che vi si propongono non costituisce un corso di formazione tradizionalmente inteso: abbiamo voluto, invece, dar vita ad un mosaico di esperienze e stimoli diversi che si aprono a ventaglio su possibilità, saperi, pratiche e relazioni fra loro molto differenti.
Non partiamo però da un “nulla” metodologico: al contrario – come vedrete – la base metodologica che sottosta a tutta la struttura degli incontri è la Carta dei Diritti della Lettura. Altri, meglio di me, ve ne illustreranno la filosofia complessa; dico solo che intendiamo la lettura come uno strumento e
un’azione che:
– consente di costruire competenze e di acquisire saperi,
– sviluppa e aumenta fantasia e immaginazione,
– contribuisce alla costruzione della persona e dell’identità individuale,
– crea legami, mette in relazione persone, fatti, situazioni, punti di vista,
– abitua al confronto e al riconoscimento dell’altro-da-sè,
– stimola la ricerca e la costruzione di senso, in qualsiasi situazione o relazione,
– aiuta ad interpretare il mondo…
Perché è il mondo che si legge: abituiamoci all’idea che non esiste solo la lettura libraria, individuale e silenziosa, e neanche solo quella ad alta voce, fatta da una persona ad altre che passivamente ascoltano. Tutto può essere letto: si legge un volto, un quadro, un quartiere… Leggere il mondo vuol dire interpretarlo.
E d’altro lato è possibile ed auspicabile un ascolto che non sia passivo. Anche questo, lo scoprirete nel corso degli incontri.
In questo percorso formativo, avrete occasione di sperimentare attivamente tutti questi ed altri aspetti e di venire a conoscenza di metodi e possibilità innovative. Il confronto con la vostra esperienza sarà essenziale e i docenti ne terranno ampiamente conto.
L’impegno che vi chiediamo, non è soltanto quello di partecipare agli incontri, possibilmente in modo attivo, Vi chiediamo di ripensare, seriamente ripensare – nell’arco di tempo che intercorre fra un incontro e l’altro – a quanto avete appreso o sperimentato nell’incontro precedente, a testarlo su voi stessi, a provare a mettere in pratica gli stimoli più interessanti. Normalmente, anche il seminario più coinvolgente, si risolve in:
– massima attenzione durante l’incontro
– appunti presi il meglio possibile e poi … lasciati lì, sepolti in un cassetto
– spesso il ritorno alle pratiche precedenti.
Ecco, vi chiediamo un piccolo sforzo per superare questo schema e per fare vostra almeno un parte di quanto vi sarà raccontato o fatto sperimentare. E vedrete che sarà anche appassionante. I nostri docenti saranno tutti impegnati in questo senso.